Sport e comunità: racconto di una esperienza stra-ordinaria

Sport e comunità: racconto di una esperienza stra-ordinaria

Sport e comunità: racconto di una esperienza stra-ordinaria

Entrare in comunità è una di quelle espressioni che suonano un po’ come dirimenti: definisce nuovi confini, qualcosa finisce dentro e qualcosa resta fuori. Ha senso pensare che la chiusura verso l’esterno sia necessaria a ritrovare le coordinate di una dimensione interna smarrita. Cosa succede quando la porta si riapre e le emozioni si fanno particolarmente intense? Anche questo è, a suo modo, un passaggio del percorso terapeutico…

Partenza per il XXIV raduno nazionale delle Comunità a Cattolica

C., F., G. e J., accompagnati dall’educatore Gigi, imboccano la strada in direzione del mare. È il 9 settembre e la destinazione è Cattolica, per il XXIV raduno nazionale delle Comunità. Ci sono aspettative, c’è fibrillazione, c’è anche un po’ di quella sana preoccupazione affinché tutto vada per il meglio.

È una settimana densa di appuntamenti: sfide e tornei di calcio a 5, pallavolo, beach volley, bocce, beach tennis, tennis tavolo, basket ed atletica leggera. La prova per i corpi è impegnativa, ma per fortuna non mancano momenti di relax “vedere il mare, camminare sulla spiaggia è stato bellissimo” esclama G..

E, ad ogni modo, la fatica viene ripagata dal primo posto nel torneo di calcio, una vittoria speciale, racconta C.: “Salire sul palco davanti a tutta la piazza e sollevare la coppa è stata un’emozione INDIMENTICABILE. Abbiamo puntato tutto sul calcio e abbiamo portato a casa il nostro obiettivo”.  

Sport e comunità: racconto di una esperienza stra-ordinaria

 

Raduno come occasione di riflessione

Il raduno di Cattolica è stata anche un’occasione per riflettere sul senso più ampio del percorso di comunità. Per J.“è stato APPAGANTE, e non parlo solo del momento della vittoria: ti rendi conto che ci si può divertire senza dover per forza ricorrere a sostanze. Vivere quest’esperienza in gruppo è stato bellissimo”. 

Il programma sportivo è stato affiancato da momenti di aggregazione e eventi culturali come il convegno “Lo sport è vita che si attraversa in movimento” in cui ancora una volta i ragazzi sono stati messi al centro.

C.:“Durante il convegno abbiamo condiviso le nostre domande e riflessioni rispetto a come lo sport possa davvero essere uno strumento di recupero.Mi hanno colpito le parole di Marco Angeleri, il fondatore di Sport e Comunità, quando spiegava che il nostro corpo è dotato di un vero e proprio sistema di regolazione delle emozioni e che praticare sport è importantissimo nel controllo di queste funzioni. Io ho davvero percepito l’eccitazione dei momenti che precedono una partita e una sensazione di benessere alla fine dello sforzo fisico”.

F. riassume l’esperienza con la parola SORPRENDENTE, e spiega: “Durante i colloqui con gli psicologi in comunità ragioniamo sempre sull’idea che è possibile vivere stando bene normalmente senza dipendere da qualcosa; a Cattolica l’abbiamo provato, abbiamo capito che questa cosa non è solo scritta sui libri. L’abbiamo vissuto”.

Sport e comunità: racconto di una esperienza stra-ordinaria

Impressioni e sentimenti

Tutti e quattro concordano nel dire che l’esperienza è stata molto positiva, l’entusiasmo vibra ancora nelle loro parole e luccica negli occhi, e l’affiatamento di gruppo è stato un altro degli effetti dei sei giorni trascorsi insieme.

G. racconta che la settimana a Cattolica è stata un’occasione COSTRUTTIVA, per sé ma anche nei termini del rapporto con i suoi compagni di percorso: l’incontro e il confronto con giovani provenienti da altre esperienze comunitarie sono stati una preziosa occasione di riflessione per tutti, tanto da ritenere che sarebbe stato un bene offrire questa opportunità anche ad altri ragazzi della comunità.

J. crede che un buon gruppo, motivato e in sintonia, sia un valido contrappeso alle tentazioni del mondo intorno.

Le parole di Gigi confermano le sensazioni del gruppo: “lo sport è un valido strumento terapeutico nei percorsi di recupero poiché, a una ripresa fisica, corrisponde una vera e propria ristrutturazione interiore del proprio mondo emotivo e relazionale”. 

Sport e comunità: racconto di una esperienza stra-ordinaria

Competizione e contenimento; confronto e senso del limite; rabbia e gioia, intensità e fatica; squadra, coach, compagno o avversario; vittoria, ricompensa e sconfitta, parità, equilibrio ed eccesso; regolamento, fallo, rigore e punizione: le dimensioni in gioco sono tante e quello che può sembrare un brainstorming di parole prende la forma di una partita a calcio, viene rielaborato ed assorbito attraverso l’attività sportiva e diventa un flusso rigenerante. La partenza ai blocchi è un nuovo inizio.

Non sono mancati gli stimoli professionali nel confronto con le altre esperienze comunitarie. “È sempre interessante trovare nuovi spunti, capire quali principi e criteri stanno alla base del percorso terapeutico al di fuori della nostra realtà. Non si va allo sbaraglio, per certi versi il contesto di comunità viene riproposto, le regole sono chiare per tutti e c’è alle spalle un lungo lavoro di preparazione. Ma la differenza rispetto allo spazio chiuso della comunità è sostanziale e va ad aggiungersi agli elementi che hanno reso questa esperienza così importante”.

Per tutti “Tornare a casa è stato un po’ come rientrare dopo le vacanze, ti resta un po’ di malinconia. Però l’accoglienza è stata bella, come di quelle riservate ai campioni e con tanto di striscioni per la coppa che abbiamo conquistato. E raccontare la nostra esperienza agli altri è un modo di rivivere quei bei momenti.