06 Feb Gasparina35, Stanza 7 – Il Consiglio di Amministrazione
A chi in Cooperativa si è preso un onere importante, di essere membro del CDA, abbiamo chiesto di fare un salto all’indietro verso l’infanzia, il tempo in cui nascono sogni che non conoscono ancora delusioni e confini. Chi era l’eroe della tua infanzia? Dove l’hai incontrato? Che cosa aveva che tu volevi avere? Qual era la sua impresa più grande?
Con pudore e stupore tutti abbiamo fatto conoscenza di Zorro, Lady Oscar, Bem il mostro umano e della maestra Rosalia.
L’eroe della mia infanzia l’ho incontrato a Carnevale,
quando mi vennero proposti un cappello, una maschera
un mantello e una spada. Mi guardai allo specchio, e
lo vidi.
L’eroe della mia infanzia la incontravo tutti i giorni
nei pomeriggi dopo scuola e dopo i compiti.
L’eroe della mia infanzia l’ho incontrato su un canale
sconosciuto della tv.
L’eroe della mia infanzia l’ho incontrata a scuola.
Vive in California, nella contea di Los Angeles.
Vive da qualche parte vicino a Parigi, qualche secolo
fa, e nei miei ricordi.
Vive in un mondo spettrale e mostruoso.
È morta all’inizio della quinta elementare.
Avrei voluto avere la sua spada, il coraggio di
rischiare e di non accettare che le cose restino come
sono.
Avrei voluto avere i suoi lunghissimi capelli biondi,
il suo coraggio, la sua abilità di spadaccina.
Ammiravo la sua costanza nell’andare avanti con il
proprio obiettivo in una situazione impossibile.
Indossava sempre un foulard, e io avrei voluto essere
infinitamente dolce e paziente come lei.
Il mio eroe combatte i soprusi nei confronti dei più
deboli.
Il mio eroe si accetta per quello che è senza maschere,
si innamora e si lascia amare.
Il mio eroe si imbarca in una lunga ricerca che durerà
molto tempo.
Il mio eroe mi guarda pattinare e mi dice che sembro
una farfalla e sono bravissima.
Si chiama Zorro.
Si chiama Lady Oscar.
Si chiama Bem il mostro umano.
Si chiama maestra Rosalia.
Si chiamava maestra Rosalia.
Sai una cosa? È morta troppo presto, non è riuscita
nemmeno a portarci agli esami di quinta. Ogni tanto
vorrei parlare con lei per avere meno paura: della
morte, delle malattie, dei malumori, delle
responsabilità. Lei aveva sempre una parola gentile
per ciascuno, si curava di noi con piccoli gesti,
sapeva guardarci ed ascoltarci tutti, e poi sapeva
ridere con noi. Forse, visto che non posso parlarle,
potrei scriverle una lettera. E a te, non è mai venuta
voglia di scrivere al tuo eroe?
Carissimo Bem,
compagno di mille avventure, perlomeno nella mia
immaginazione, è passato tanto tempo e son cambiate
un po’ di cose.
Che strano scriverti una mail, quando invece un tempo
dovevo aspettarti a quell’ora precisa e non sempre
riuscivo a vederti. In questi giorni sono riuscito a
vederti e sei sempre un grande. Non invecchi mai!
Ho scoperto che abbiamo lo stesso vizio di voler
guardare le cose da un altro punto di vista per
vederci meglio e capire se quelli che appaiono come i
cattivi sono davvero cattivi. E come tu sai se ne
scoprono di cose interessanti!
Certo che però di cattivi ce ne sono ancora purtroppo,
ma rispetto a quando ti ho conosciuto, ho scoperto che
ci sono anche persone che mi possono aiutare e tante
da cui poter imparare.
Ti ringrazio per avermi fatto scoprire che ci si può
fermare a parlare per capire meglio le cose e per
trovare il coraggio di muoversi insieme!
Fatti vedere e se hai bisogno chiama che ci siamo.
F.
Se questo brano ti è piaciuto, leggi anche gli altri capitoli del nostro libro GASPARINA 35